Pnrr: meno ospedale e più vicino ai bisogni dei cittadini, come cambierà il Ssn nel 2026

Settembre 2024

 

sanita-2026


“Nel 2026, una volta terminata la messa a terra della Missione 6 Salute del Piano di nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) il vecchio Ssn come lo conosciamo avrà un nuovo volto: servizi più vicini al cittadino, meno ricorso all'ospedale e meno liste d'attesa”. Così Alessio Nardini, direttore generale Unità di missione per l'attuazione degli interventi del Pnrr del ministero della Salute, descrive il Servizio sanitario che ci attende nei prossimi anni e che vedrà un cambiamento, nella presa in carico dei cittadini, grazie alle Case e agli ospedali di comunità, per i quali resta il nodo di reclutare il personale sufficiente. 

Particolarmente rilevante il cambiamento nel modello di organizzazione dell’assistenza che “pone la persona al centro dell’intero sistema sanitario - illustra Nardini - La definizione di modelli organizzativi come le Case di comunità e di professionisti impiegati, quali gli Infermieri di comunità, prevedono di fatto la presa in carico di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro capacità di percepire e/o esprimere un loro bisogno assistenziale. Si prevede, infatti, di agire sulla comunità nel suo complesso, promuovendo una medicina di iniziativa che permetta, sul lungo periodo, di fornire risposte assistenziali anche ai bisogni sanitari e socio-sanitari inespressi. Ciò è ancora più vero quando si fa riferimento a condizioni di cronicità o multi-cronicità, eventi maggiormente presenti sul nostro territorio nazionale, soprattutto a seguito del progressivo invecchiamento della popolazione, ormai in corso da diversi decenni".

Un esempio concreto per la gestione della cronicità potrebbe essere rappresentato proprio dalle Cot come “raccordo tra i vari servizi attraverso le specifiche funzioni distinte e interdipendenti - continua Nardini - che riguardano il coordinamento della presa in carico della persona tra i servizi e i professionisti sanitari coinvolti nei diversi setting assistenziali”. Le Cot coordinano anche “gli interventi da erogare, provvedendo anche all’attivazione dei soggetti e delle risorse della rete assistenziale”. 

Per il reclutamento del personale destinato al rafforzamento dell’assistenza territoriale “ci sono 250 milioni di euro per il 2025 e 350 per il 2026”. È inoltre prevista “la revisione del ruolo unico del medico di assistenza primaria - conclude Nardini - con una progressiva riduzione dell’attività oraria rispetto all’aumento delle scelte in carico fino al massimale di 1.500 assistiti”.

Leggi l’articolo sull’evoluzione del nuovo Distretto Socio-Sanitario presente nell’area riservata.

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